Manovra finanziaria 2023: le principali novità in tema di lavoro

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Manovra finanziaria 2023

Manovra finanziaria 2023: novità in tema di lavoro

Anche quest’anno all’ultima curva e dopo aver affrontato difficoltà sia in commissione che in aula, ma all’ultimo anche questa volta è stata approvata la tanto attesa Legge di Bilancio 2023 in vigore dal 1° di gennaio 2023.

Si tratta della prima Legge finanziaria approvata dal nuovo governo, ma i tempi stretti per l’approvazione e le risorse finanziarie limitate hanno fatto sì che, nella Legge di Bilancio 2023 (L. 197/2022)  le misure che interessano i rapporti di lavoro e l’amministrazione del personale siano poche e seguano gli interventi avviati già in passato.

Le novità più interessanti per il 2023 dovrebbero arrivare a fine gennaio 2023, con un apposito Decreto Lavoro, dove si annuncia la rimozione delle causali nei contratti a tempo determinato e una serie di semplificazioni che dovrebbero coinvolgere gli obblighi informativi del Decreto trasparenza.

Nell’attesa però andiamo a vedere quali sono le principali novità in tema di lavoro contenuti nella Legge di Bilancio.

  • Taglio del cuneo fiscale per i lavoratori

Si tratta di una proroga e modifica di un provvedimento introdotto già nel 2022.

Anche per il 2023 infatti è previsto un esonero sulla quota dei contributi previdenziali dovuti dai lavoratori dipendenti pubblici e privati, esclusi i lavoratori domestici, pari al:

– 2% se la retribuzione imponibile (Imponibile Inps) non eccede l’importo mensile di 2.692 euro;

– 3% se la retribuzione imponibile (Imponibile Inps) non eccede l’importo mensile di 1.923 euro. 

Se vuoi approfondire il tema del “cuneo fiscale”, puoi leggere l’articolo “Novità in arrivo per l’aumento degli stipendi del 2023” qui.

  • Smart working per lavoratori fragili

Viene confermato per il primo trimestre del 2023, e quindi prorogato al 31 marzo, il diritto di lavorare in smart working per i lavoratori fragili sia del settore pubblico che del privato.

Nello specifico per tali soggetti fragili, si prevede che il datore di lavoro assicuri lo svolgimento della prestazione lavorativa in modalità agile, anche attraverso l’adibizione a diversa mansione (ricompresa nella medesima categoria o area di inquadramento), senza intaccare e quindi decurtare la retribuzione.

  • Assegno Unico e Universale

Viene anche ritoccata la disciplina dell’assegno unico universale dal 1° gennaio 2023:

– la misura dell’assegno viene aumentata del 50% per ciascun figlio di età inferiore a un anno, oppure di età inferiore a 3 anni nel caso in cui l’ISEE del nucleo familiare sia inferiore o pari a 40.000 euro e nel nucleo medesimo vi siano almeno 3 figli;

si eleva da 100 a 150 euro mensili la maggiorazione forfettaria dell’assegno prevista per i nuclei familiari con 4 o più figli a carico (per il riconoscimento di tale maggiorazione, rilevano i figli che siano a carico e facciano parte del nucleo familiare, a prescindere dalla loro età anagrafica; 

– vengono rese permanenti le maggiorazioni dell’assegno per persone con disabilità previste per il 2022.

  • Congedo parentale

Per tutti i lavoratori che terminano il periodo di congedo di maternità o paternità dopo il 31 dicembre 2022 viene incrementata la misura dell’indennità per congedo parentale dal 30 all’80%.

L’incremento dell’indennità all’80% però è previsto solo per un mese di congedo parentale da usufruire entro il sesto anno di vita del bambino (o entro il sesto anno dall’ingresso in famiglia del minore, nel caso di adozione o affidamento).

  • Reddito di cittadinanza

In attesa della sua abrogazione, attualmente prevista dal 1° gennaio 2024, la disciplina del reddito di cittadinanza viene modificata. In particolare, dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023, il reddito di cittadinanza è riconosciuto per massimo 7 mensilità.

Tale riduzione (a 7 mensilità) non si applica per i nuclei familiari al cui interno vi siano persone con disabilità, minorenni o persone con almeno 60 anni di età.

Viene inoltre precisato che, a decorrere dal 1° gennaio 2023, i beneficiari del reddito di cittadinanza tenuti all’adesione a un percorso personalizzato di accompagnamento all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale, sono obbligati a frequentare, per un periodo di 6 mesi, un corso di formazione o di riqualificazione professionale, pena la decadenza dal beneficio per l’intero nucleo familiare.

Infine, è stato previsto che dal 2023, per non perdere il beneficio, non può mai essere rifiutata un’offerta di lavoro congrua.

  • Detassazione delle mance

Per i lavoratori dipendenti del settore turismo – pubblici esercizi, con reddito da lavoro dipendente inferiore ad € 50.000,00, la Legge di Bilancio 2023 ha previsto che le “somme destinate dai clienti ai lavoratori a titolo di liberalità, anche attraverso mezzi di pagamento elettronici” (c.d. mance),

– siano soggette ad un’imposta sostitutiva con l’aliquota del 5%, entro il limite del 25% del reddito percepito nell’anno; 

– siano escluse dalla retribuzione imponibile ai fini del calcolo dei contributi previdenziali, assistenziali e dei premi INAIL;

– siano utili alla formazione del reddito rilevante per il riconoscimento della spettanza o per la determinazione di deduzioni, detrazioni o benefici di qualsiasi titolo per i quali è richiesto un determinato requisito reddituale. 

  • Riduzione imposta sostitutiva sui premi di risultato

In caso di premi di risultato e di produttività erogati nel 2023, entro un massimo di € 3.000, in favore dei lavoratori dipendenti del settore privato con reddito da lavoro dipendente nell’anno precedente non superiore ad € 80.000 viene prevista l’applicazione di un’imposta sostitutiva nella misura del 5% (precedentemente era del 10%). 

  • Voucher

La legge di Bilancio interviene con importanti modifiche sulla disciplina delle prestazioni occasionali accessorie (PrestO) provando a rilanciare la disciplina dei voucher lavoro.

In primis viene aumentato da 5.000 a 10.000 euro il limite massimo di compensi che, nel corso di un anno civile, possono essere corrisposti da ciascun utilizzatore per prestazioni occasionali, con riferimento alla totalità dei prestatori. Nessuna modifica invece sul limite massimo di € 5.000 che può essere percepito da ciascun prestatore nell’anno.

Inoltre, viene ampliata la platea dei datori di lavoro che possono acquisire le prestazioni di lavoro occasionale. Possono farvi ricorso gli utilizzatori che abbiano alle proprie dipendenze fino a 10 lavoratori subordinati a tempo indeterminato. Il limite viene, quindi, esteso da 5 (o 8 per il settore turismo) a 10 lavoratori.

La nuova disciplina può essere applicata anche alle discoteche, sale da ballo, night-club e simili.

  • Regime sperimentale per il lavoro agricolo

Il settore agricolo invece viene svincolato dalla normativa sui voucher e viene incluso in un regime sperimentale di prestazioni occasionali per il biennio 2023-2024.

La disciplina speciale consente il ricorso alle prestazioni occasionali da parte delle imprese agricole che abbiano alle proprie dipendenze fino a 10 lavoratori subordinati a tempo indeterminato per un massimo di 45 giornate lavorative per ciascun lavoratore.

Nello specifico, in agricoltura, il contratto di prestazione lavoro occasionale:

– può essere utilizzato per pensionati, disoccupati, percettori di ammortizzatori sociali o del Reddito di cittadinanza, studenti fino a 25 anni, detenuti ammessi al lavoro all’esterno, che (a eccezione dei pensionati) non abbiano avuto rapporti di lavoro subordinato in agricoltura nei 3anni precedenti;

– può avere una durata massima di 12 mesi, con limite di 45 giorni di effettivo lavoro. In caso di superamento del limite di 45 giorni scatta la trasformazione del rapporto di lavoro occasionale in contratto a tempo indeterminato.

Il compenso erogato per prestazioni di lavoro occasionale in agricoltura è esente da qualsiasi imposizione fiscale, non incide sullo stato di disoccupazione ed è cumulabile con qualsiasi tipologia di trattamento pensionistico.

  • Sgravi contributivi per assunzioni

Anche per il 2023 vengono confermati alcuni degli sgravi contributivi previsti negli ultimi anni per le assunzioni di personale dipendente:

– Esonero contributivo per l’assunzione di giovani under 36:

Per l’assunzione (a tempo indeterminato) o trasformazione dei contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato effettuate nel 2023, di giovani di età inferiore ai 36 anni e che non siano stati occupati a tempo indeterminato con il medesimo o con altro datore di lavoro nel corso dell’intera vita lavorativa, i datori di lavoro potranno beneficiare dell’esonero totale (100%) dei contributi, per un importo massimo pari a 8.000 euro l’anno e per un periodo massimo di 36 mesi (48 mesi per i datori di lavoro privati che effettuino assunzioni in una sede o unità produttiva ubicata nelle regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia).

– Esonero contributivo per l’assunzione di percettori del reddito di cittadinanza:

Viene introdotto un nuovo esonero contributivo a favore dei datori di lavoro privati che nel corso del 2023 assumono con contratto di lavoro a tempo indeterminato beneficiari del reddito di cittadinanza. In particolare, l’esonero spetta per le assunzioni a tempo indeterminato e per le trasformazioni dei contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato effettuate dal 1° gennaio al 31 dicembre 2023 (esclusi i rapporti di lavoro domestico).

Il nuovo incentivo consiste nell’esonero del versamento del 100% dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro, con esclusione dei premi Inail, per un periodo massimo di 12 mesi e nel limite massimo di € 8.000 annui.

– Sgravio contributivo per l’assunzione di lavoratrici donne:

Per l’assunzione a tempo determinato, a tempo indeterminato, nonché per le trasformazioni a tempo indeterminato di un rapporto precedentemente agevolato, effettuate dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023, di:

    • donne con almeno 50 anni di età e disoccupate da oltre 12 mesi; 
    • donne di qualsiasi età, residenti in regioni “svantaggiate”, prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi; 
    • donne di qualsiasi età che svolgono professioni o attività lavorative in settori economici caratterizzati da un’accentuata disparità di genere, e prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi; 
    • donne di qualsiasi età, ovunque residenti e prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi;

ai datori di lavoro è riconosciuto l’esonero totale dal versamento dei contributi previdenziali a loro carico (con esclusione dei premi e dei contributi dovuti all’INAIL), nel limite massimo di importo pari a 8.000 euro annui.

L’esonero è riconosciuto per un periodo massimo di 12 mesi in caso di contratto a tempo determinato e di 18 mesi in caso di assunzioni o trasformazioni a tempo indeterminato.

Tutti gli esoneri sono subordinati all’autorizzazione della Commissione Europea, pertanto per poter fruire degli esoneri occorrerà attendere prima l’autorizzazione della commissione e poi le istruzioni operative dell’Inps.

L’appuntamento con i dettagli dei vari provvedimenti collegati alla Legge di Bilancio 2023 è tra qualche settimana con i nostri articoli. Continua a seguirci per non perdere i prossimi approfondimenti!

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