Aumenti in arrivo per le famiglie: sale il costo di colf e badanti per il 2023

I rapporti di lavoro domestico con colf e badanti seguono le regole stabilite dal Contratto Collettivo Nazionale per il lavoro domestico. Tale CCNL, all’articolo 38, prevede che vi sia una:

“Variazione periodica dei minimi retributivi e dei valori convenzionali del vitto e dell’alloggio”.

Tale variazione viene poi così sottoarticolata:

1. Le retribuzioni minime contrattuali e i valori convenzionali del vitto e dell’alloggio, determinati dal presente contratto, sono variati, da parte della Commissione Nazionale per l’aggiornamento retributivo, secondo le variazioni del costo della vita per le famiglie di impiegati ed operai rilevate dall’ ISTAT al 30 novembre di ogni anno;
2. La Commissione verrà a tal fine convocata dal Ministero del Lavoro e Previdenza sociale, entro e non oltre il 20 dicembre di ciascun anno, in prima convocazione, e, nelle eventuali successive convocazioni, ogni 15 giorni. Dopo la terza convocazione, in caso di mancato accordo o di assenza delle parti, il Ministero del Lavoro e Previdenza sociale è delegato dalle Organizzazioni ed Associazioni stipulanti a determinare la variazione periodica della retribuzione minima, in misura pari all’80% della variazione del costo della vita per le famiglie di impiegati ed operai rilevate dall’ ISTAT per quanto concerne le retribuzioni minime contrattuali e in misura pari al 100% per i valori convenzionali del vitto e dell’alloggio.
3. Le retribuzioni minime contrattuali ed i valori convenzionali del vitto e dell’alloggio, hanno decorrenza dal 1° gennaio di ciascun anno, se non diversamente stabilito dalle Parti.

A metà gennaio, dopo la terza convocazione della Commissione Nazionale, si è avuta l’ennesima fumata “nera”. 

Le parti in causa non sono riuscite a trovare un accordo “sindacalmente” accettabile, né riguardo alla percentuale di variazione delle retribuzioni, né riguardo ad una possibile dilazione dell’aumento retributivo in corso di anno.

Cosa vuol dire questo? Cosa comporta in pratica questo mancato accordo?

Al 30 Novembre 2022 l’indice ISTAT registrava una crescita del 11,5%. Quindi a partire dal 1° Gennaio 2023 le retribuzioni per colf e badanti verranno incrementate dell’9,2% (80% dell’ISTAT), mentre il valore del vitto e alloggio dell’11,5% (100% dell’ISTAT). E pensare che negli anni passati l’incremento si attestava mediamente sotto l’1,5%.

Trasformando in cifre gli incrementi ISTAT avremo aumenti retributivi:

• tra i 60 € e i 120 € al mese per il personale convivente
• tra 0,40 e 0,80 € su base oraria per il personale non convivente.

Va precisato che questi aumenti prevedono semplicemente l’applicazione del CCNL come previsto; ma è altrettanto vero che, visto il momento storico particolare, le Parti in gioco potevano sicuramente fare uno sforzo maggiore e cercare un accordo meno impattante per le famiglie.

In un settore come quello domestico, dove ancor oggi oltre il 50% dei rapporti di lavoro risulta essere irregolare, questo aggravio di costi per le famiglie sicuramente non aiuterà, anzi il rischio sarà proprio quello di alimentare forme di lavoro irregolare (che ricordiamo comportano numerosi rischi per i lavoratori e per le famiglie e privati che usufruiscono del servizio).

Intanto, attingendo dai fondi del PNRR, il Ministero del Lavoro ha annunciato contributi alle famiglie fino ad 1.500€ proprio per combattere il lavoro sommerso nel settore domestico.

Sei impaziente di conoscere quali contributi verranno stanziati per le famiglie e il lavoro domestico? Ti manterremo aggiornato attraverso i nostri articoli: continua a seguirci!