I Fringe Benefit nel 2024!

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I Fringe Benefit nel 2024!

Fringe Benefit, nel 2024 si cambia ancora!

258,23 – 500 – senza figli a carico – per tutti – 600 – 3000 – solo con figli a carico -1000 – 2000…

Il rapporto tra i fringe benefit e il Legislatore negli ultimi anni mi ricorda una famosa scena di un film:

“questo è corretto, questo è scorretto, questo è all’humor, questo all’utopia, questo è dolce, questo è amaro….”

Un continuo cambiare soglie di esenzione, beni e servizi.

La disciplina dei fringe benefit è stata oggetto di numerosi interventi negli ultimi anni, finalizzati soprattutto ad ampliare la soglia di non imponibilità fiscale e contributiva, allo scopo di far fronte alla crisi economica e sostenere il potere d’acquisto delle retribuzioni.

Giusto per non perdere l’abitudine, anche per il 2024 il Legislatore ha deciso di mettere mano a questa materia e per essere coerente con quanto fatto negli ultimi anni, anche questa volta la modifica è stata prevista solo per il 2024, quindi solo per i beni/servizi riconosciuti entro il 12 gennaio 2025.

Questo mi porta a pensare, che nel 2025 si cambierà ancora!

Con questo non voglio criticare queste novità del 2024 che, come vedremo, sono sicuramente favorevoli ad aziende e lavoratori; dico solo che però sarebbe meglio prevedere una modifica strutturale o una modifica che mantenga le stesse caratteristiche almeno per qualche anno.

Vediamo comunque l’aspetto positivo per quest’anno (e non scontato)!!

Sappiamo con certezza da inizio anno quali saranno i nuovi limiti per i fringe benefit previsti (negli ultimi anni lo scoprivamo nella seconda parte dell’anno se non addirittura gli ultimi mesi), questo ci permette sicuramente di programmare al meglio l’eventuale riconoscimento o meno di questi beni/servizi ai nostri lavoratori.

Facciamo un piccolo ripasso prima di entrare nel merito delle modifiche 2024.

Cosa sono i fringe benefit?

I fringe benefit rappresentano benefici accessori alla retribuzione monetaria che l’azienda riconosce ai propri lavoratori. Si tratta di erogazioni in natura, sotto forma di beni, servizi o agevolazioni, che l’azienda volontariamente (non esiste un obbligo per l’azienda) offre per fidelizzare i propri dipendenti, per premiarli o per incentivarli.

Il valore di questi beni, se concessi entro determinati limiti, è totalmente esente sia da imposte che da contributi; pertanto, è un valore netto che va ad aggiungersi alla retribuzione dei lavoratori.

Quindi non pensiamo che possiamo utilizzare queste erogazioni in natura per sostituire il pagamento di ore di lavoro, ferie etc.. Non pensiamo di risparmiare sul costo “normale o minimo” del lavoro.

Pensiamo invece che possono essere strumenti validi per poter riconoscere un qualcosa in più ai nostri lavoratori in sostituzione del solito premio retributivo in busta paga.

Meglio premio in denaro o riconoscimento di beni in natura?

Qui la risposta non può essere univoca. Il datore di lavoro conosce meglio di tutti la sua realtà aziendale e i suoi lavoratori, tanto da capire cosa può essere maggiormente apprezzato in azienda. E’ utile però ricordare ad aziende e lavoratori, come già ho detto in alcuni miei articoli precedenti: su un premio in denaro l’azienda e il lavoratore dovranno pagare contributi e imposte come se fosse normale retribuzione; quindi, il valore netto del premio è più basso (e non di poco) rispetto al lordo investito.

Ecco perché consiglio di utilizzare metodi alternativi per riconoscere un qualcosa in più ai lavoratori, e quindi pensare di concedere beni e servizi in natura.

Cosa rientra nell’elenco di questi beni?

  • Buoni acquisto – Buoni spesa – Buoni carburante
  • Regali e cesti natalizi
  • Rimborso utenze domestiche
  • Rimborso spese affitto prima casa
  • Rimborso interessi mutuo prima casa

Non dimentichiamo che rientra tra i fringe benefit (e quindi da sommare ad eventuali buoni riconosciuti) anche il valore di:

  • Auto aziendale (uso promiscuo) e altri beni ad uso promiscuo (pc e smartphone)
  • Fabbricati concessi ai dipendenti
  • Interessi su prestiti concessi ai dipendenti

A chi è possibile riconoscere questi beni?

I destinatari possono essere tutti i lavoratori subordinati compresi i lavoratori in somministrazione.

Inoltre, salvo indicazioni diverse da parte dell’Agenzia delle Entrate, possono essere riconosciuti anche ai titolari di redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente e quindi anche a tirocinanti, collaboratori, amministratori etc..

I beni devono essere riconosciuti a tutti i lavoratori?

A differenza di un sistema di welfare aziendale (opere e servizi per finalità sociale, educazione e istruzione etc.) che per poter godere del regime di esenzione deve essere messi a disposizione alla generalità dei lavoratori o categorie omogenee; i fringe benefit vengono considerati esenti (nei limiti previsti) anche se riconosciuti ad un solo lavoratore.

Ma cosa è cambiato per il 2024?

E’ stato previsto l’innalzamento a € 1.000 della soglia di non imponibilità per tutti i dipendenti (fino al 2023 era € 258,23), con incremento a € 2.000 in presenza di figli a carico (nel 2023 era € 3.000).

L’altra novità è la possibilità di rimborsare, oltre le bollette, anche le spese per l’affitto e gli interessi del mutuo sulla prima casa.

Soggetti (senza figli a carico) Limite 2023 Limite 2024 Novità 2024
Lavoratori dipendenti (qualsiasi contratto)               258,23 €          1.000,00 € Oltre ai buoni spesa, buoni carburante etc,
Rimborso bollette
Spese di affitto e interessi su mutui prima casa
Collaboratori/amministratori               258,23 €          1.000,00 €
Tirocinanti               258,23 €          1.000,00 €
Lavoratori somministrati               258,23 €          1.000,00 €

 

Soggetti (con figli a carico) Limite 2023 Limite 2024 Novità 2024
Lavoratori dipendenti (qualsiasi contratto)    3.000,00 €    2.000,00 € Oltre ai buoni spesa, buoni carburante etc,

Rimborso bollette
Spese di affitto e interessi su mutui prima casa

Collaboratori/amministratori    3.000,00 €    2.000,00 €
Tirocinanti    3.000,00 €    2.000,00 €
Lavoratori somministrati    3.000,00 €    2.000,00 €

 

Per la determinazione del limite si deve tener conto anche di quei beni o sevizi ceduti da eventuali precedenti datori di lavoro e al superamento della soglia, l’intero valore dovrà essere sottoposto a tassazione e contribuzione, non soltanto l’eccedenza.

Relativamente ai figli restano confermate le regole degli scorsi anni, e quindi si considerano fiscalmente a carico quelli di età:

  • Non superiore a 24 anni e con reddito complessivo annuo non eccedente € 4.000;
  • Superiore a 24 anni e con reddito complessivo annuo non superiore a € 2.840,51

anche per figli nati fuori dal matrimonio o adottivi o affidati.

La condizione di carico fiscale (per fruire della soglia di esenzione di € 2.000) è soddisfatta anche qualora il figlio sia a carico ripartito con l’altro genitore (al 50%), ed in questo caso l’aumento della soglia spetterebbe ad entrambi i genitori in misura piena (€ 2.000 per entrambi).

Stesso risultato anche qualora il lavoratore non benefici della detrazione fiscale per il figlio a carico in ragione del riconoscimento dell’Assegno Unico.

Il lavoratore dovrà dichiarare di aver diritto all’applicazione dei limiti di esenzione di € 2.000 rilasciando una dichiarazione che attesti la presenza di figli fiscalmente a carico indicando anche il loro codice fiscale.

Senza tale dichiarazione verrà applicata la soglia di € 1.000 e non potranno essere rimborsate le utenze domestiche.

Attenzione che per poter applicare questo regime più favorevole e quindi queste nuove soglie di esenzione (€ 1.000/€ 2.000), l’azienda dovrà informare le rappresentanze sindacali, laddove presenti.

Speriamo che le circolari applicative che arriveranno nelle prossime settimane non ci riservino qualche “sorpresa”!

Per scoprirlo continua seguirci…

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